Si lascia Alba Fucens, uscendo dalla Porta di Massa (foto1), si segue la strada provinciale (Foto 2) fino a raggiungere, dopo 1,700m, la località "Arci", ai piedi della collina, dove si trovano i resti monumentali delle strutture di sostruzione dell'acquedotto romano in opera poligonale. Da questo punto la strada moderna corre parallela al sifone dell'acquedotto che risulta visibile per circa 150m, in direzione NE; dopo 1100m dalla località "Arci" il percorso piega a NE, prendendo una strada sterrata comoda da poter fare sia a piedi che in bicicletta. La strada sale gradualmente per 2650m ca., fino alla località "Fonte Capo La Maina", un valico che si trova a 1116.
Qui il percorso riprende per un tratto la strada provinciale, "Via vicinale di sopra" per 420m e poi devia a SE, su una strada sterrata, "Via del Cannatino" che non presenta difficoltà fino a quando non viene, nel punto più basso del percorso, attraversata dal ruscello che la bagna per un piccolo tratto e che deve, infine, essere guadato. La strada giunge al paese di Santo Jona, dopo 3850m, il percorso è quasi tutto su sterrato e soltanto l'ultima parte è asfaltata. Santo Jona conserva una bella torre medievale, appartenente allo scacchiere marsicano delle torri di avvistamento e di comunicazione.
Dal paese il percorso segue una strada secondaria che con un tratto pressoché rettilineo scende fino a raggiungere Celano, con un tratto di 2300m. Qui segue le strade urbane, Via Ignazio Silone, Via Calvario, Via Fonte grande, Via Aia, Via Roma, Via O. Ranelletti, Via Crocifisso, SS Parco Velino-Sirente, quindi arriva al Torrente la Foce dopo 3700m ca di percorso urbano. Supera il torrente su un ponte di legno e si prende la strada sterrata che piega a NE e che sale costantemente con una buona pendenza dai 746 mslm del T. la Foce fino ai 950 mslm di Aielli. Si tratta di un percorso interamente su sterrato dalle notevoli qualità paesaggistiche della lunghezza di 4800m.
Il Castello Piccolomini di Celano
Il nucleo iniziale dell’imponente complesso così come lo vediamo oggi, dovrebbe essere stato costituito dalla torre in cui i sostenitori di Tommaso del Molise cercarono di resistere all’assedio degli uomini di Federico II nel 1223. Questa ipotesi sarebbe confermata dalla decisione presa nel 1227, quando ai celanesi fu concesso di tornare dall’esilio, di edificare il nuovo borgo sul colle dove sorge l’attuale paese, intorno alla sola struttura difensiva sopravvissuta alla distruzione degli svevi. La costruzione del castello-palazzo di Celano viene fatta risalire a Pietro De’ Berardi che avrebbe fatto costruire almeno il primo piano, intorno al 1392. Il piano residenziale e le quattro torri sono state edificate successivamente, ma non è certo se da Lionello Acclozamora o dai Piccolomini. Questi ultimi sicuramente trasformarono il fortilizio in una residenza signorile (1463).
Il Maschio incorpora sia la residenza privata che la torre maestra; agli angoli è rinforzato da torri quadrate, una delle quali con funzione di dongione. La cinta muraria esterna segue le curve di livello dell’altura ed è rafforzata da ben 16 torri, di cui 11 a base quadrata e 5 a base troncoconica. Gli ingressi sono due: uno pedonale a sud-est e uno a nord, carrabile. Sul lato sud-est si sviluppa anche un tratto di fossato superabile attraverso il ponte levatoio. Il Castello è sede dal 1992 del Museo nazionale d'arte sacra della Marsica. Il percorso museale si snoda su un unico piano attraverso 8 sale espositive, articolate in più sezioni tematiche: scultura (lapidea e lignea), pittura (murale, su tela e su tavola) ed oreficeria. Le splendide opere provengono da tutto il territorio marsicano e sono databili tra il VI e il XVIII secolo. Da segnalare le due porte lignee realizzate nel XII secolo appartenenti alle chiese di S. Pietro ad Alba Fucens e di S. Maria in Cellis a Carsoli, il prezioso trittico di Alba Fucens con finissime miniature e la croce degli Orsini datata 1334. Il castello ospita inoltre una sezione archeologica dedicata alla Collezione Torlonia, composta da reperti rinvenuti durante il prosciugamento ottocentesco del lago Fucino. Di particolare importanza e bellezza è il rilievo in calcare del II sec. d.C. con la rappresentazione di città e quello con la rappresentazione del lago Fucino e dello scavo dei pozzi per la costruzione dell'Emissario.
Il Museo Paludi
La struttura polifunzionale, sorta dopo il ritrovamento dell’insediamento palafitticolo nella località Paludi, al suo interno ospita il Museo delle Preistoria, nelle cui sale sono interessanti i reperti e le ricostruzioni ambientali, ed è significativo il calco della grotta Continenza di Trasacco. La piccola collezione va dall’età preistorica all’epoca romana e illustra una parte della storia della Marsica fin dalle prime testimonianze. Paludi, che è anche un centro di restauro e antropologia Nel laboratorio di restauro si possono osservare i procedimenti e le tecniche adottate.
Massa d’Albe
Celano
Aielli